Matteo Renzi contro Giuseppe Conte dalle colonne del Corriere della Sera: “Pensavo che Draghi fosse meglio di lui, non mi nascondo”.
Nuovo affondo di Matteo Renzi contro l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che secondo il leader di Italia Viva sarebbe “malato di complottismo“.
Renzi, “Le accuse che Conte mi rivolge sono per me medaglie al merito”
Renzi è considerato come l’uomo che ha fatto cadere Giuseppe Conte. E l’opinione pubblica è divisa: c’è chi lo considera un grande stratega e lo ringrazia per aver portato Draghi a Palazzo Chigi e c’è chi lo accusa di aver gettato l’Italia in crisi in un momento delicatissimo dal punto di vista economico e sociale senza riuscire a dare effettivamente una svolta.
Giuseppe Conte ha illustrato il suo pensiero: secondo l’ex premier, Matteo Renzi si è prestato ad un’operazione per farlo cadere.
“Nessuna operazione men che mai segreta: ho lavorato alla luce del sole perché pensavo che Draghi fosse meglio di Conte. Dopo le prime settimane lo penso ancora di più. Non solo non mi nascondo, dunque, ma rivendico questa operazione. Le accuse che Conte mi rivolge sono per me medaglie al merito“, replica Matteo Renzi ai microfoni de il Corriere della Sera. “Il complottismo è la malattia di chi non si assume mai le proprie responsabilità. Tutti i media erano schierati contro la crisi, il Pd diceva o Conte o morte, Confindustria sponsorizzava i ministri uscenti fino all’ultimo. Ma quali complotti? Un interesse economico per sostituire Draghi con Conte effettivamente c’era: quello dei nostri figli. Il debito pubblico oggi è in mano più sicure. E io sono orgoglioso di ciò che abbiamo fatto da soli, controcorrente“.
Il servizio di Report sull’incontro con Mancini
Matteo Renzi ha parlato anche del servizio di Report sull’incontro in autogrill tra Matteo Renzi e Mancini, uomo dei servizi segreti.
“La versione di Report è piena di contraddizioni. La testimone si confonde più volte sul chi è partito prima, sul cosa ha ascoltato, dice cose che poi nega, afferma di aver visto le macchine andare in due direzioni diverse, il che da un autogrill imporrebbe di andare contromano. Su questa cosa vogliamo solo sapere se la Rai manda in onda dei video falsi. E non per me, ma per i cittadini che pagano il canone e hanno diritto a un servizio pubblico di verità. Noi difendiamo il giornalismo di qualità, non un racconto che fa acqua da tutte le parti. Sono a disposizione per intervenire stasera in diretta a Report e commentare i servizi sapientemente tagliati dalla redazione. Sono certo che Ranucci — nominato vicedirettore da questa Rai — mi chiamerà sicuramente. Ci metto la faccia e chiedo par condicio rispetto a chi mi accusa con voce camuffata. E dopo Report sono pronto ad andare al Copasir e in Vigilanza: su questa cosa si va fino in fondo”, ha ricostruito Renzi.
“Mancini? Stiamo parlando di un dirigente dello Stato peraltro molto vicino all’allora premier Conte. In ogni caso io non ho nulla da nascondere: se volessi organizzare qualche incontro riservato le garantisco che non lo farei all’autogrill di Fiano Romano, uno dei più trafficati d’Italia, ma tra quattro mura protette. Chi vive di complotti ha un grande nemico: il buon senso. Se sono con Mancini all’autogrill, all’aperto, significa che non ho paura di farmi vedere. Gli scandali veri sono gli incontri segreti di Davigo, il grande moralizzatore che comunica notizie riservate a Nicola Morra, parlamentare dei Cinque Stelle, in un sottoscala del Csm. Io non sono Davigo, giustizialista con gli avversari e divulgatore di notizie con i parlamentari amici”, ha aggiunto Renzi.